domenica 2 ottobre 2011

Forte: “Incontro positivo con gli assessori alle politiche sociali dei Comuni della Provincia di Latina


“Come Regione intendiamo migliorare il sistema dei servizi sociali del Lazio. Un sistema che ancora si regge su una legge datata, risalente al 1996, che non è più in grado di rispondere ai nuovi bisogni sociali. Da qui l’esigenza di un nuovo strumento normativo, come la nostra proposta di legge. Un testo base, fortemente innovativo, su cui avviare un confronto a 360 gradi, tanto con i rappresentanti territoriali, quanto con quelli delle associazioni, del volontariato, del mondo della cooperazione sociale e degli operatori del settore”. Lo ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali e Famiglia della Regione Lazio, Aldo Forte, durante l’incontro che ha convocato lunedì 26 settembre, nell’aula del Consiglio provinciale di Latina, con i sindaci, gli assessori comunali alle politiche sociali e i coordinatori dei distretti socio-sanitari della provincia pontina, e con l’assessore provinciale Fabio Bianchi, per illustrare ragioni e contenuti della nuova proposta di legge regionale di riforma dei servizi sociali del Lazio.





“Quello che intendiamo mettere in campo – ha continuato Forte – è un percorso di riforma strutturale e duraturo che, proprio per questa ragione, non si arresterà con l’approvazione della nuova legge regionale. Questa costituisce certamente un passaggio fondamentale, al quale intendiamo far seguire l’approvazione della Rete sociale regionale, ovvero di quel piano socio-assistenziale che il Lazio non ha mai avuto. E che ci permetta di realizzare sui territori una maggiore integrazione tra i servizi sociali e sanitari, nonché di garantire che all’interno di ciascun ambito territoriale siano presenti tutte le diverse tipologie di interventi e di strutture socio-assistenziali”.
Proprio su questo punto è intervenuto l’assessore alle politiche sociali di Formia, Giuseppe Treglia, il quale ha apprezzato “il ruolo innovativo affidato al sociale nel testo della proposta di legge regionale. Finora – ha detto – l’assistenza è stata concepita erroneamente solo come risposta sanitaria, anche in termini di investimenti. Mentre oggi, come propone la nuova legge, è fondamentale potenziare la continuità assistenziale sul territorio e permettere ai soggetti fragili di continuare a vivere nel proprio ambiente familiare”.
Giancarlo Cardillo, assessore alle Politiche sociali del Comune di Castelforte, ha invece sottolineato come “il nuovo sistema basato sulla costituzione dei Consorzi di Comuni denominati O.a.s.i., che godono di autonomia gestionale e patrimoniale, rende possibile un più efficace controllo sulla spesa e sugli investimenti, il che può contribuire ad innalzare la qualità dei servizi e delle prestazioni”.
Sul nuovo Ato, che coincide territorialmente con le Asl di riferimento, è intervenuto anche l’assessore alle politiche sociali del comune di Latina, Patrizia Fanti, che ha sottolineato come “allargando l’ambito territoriale non solo si permette l’ottimizzazione delle risorse, ma soprattutto un’adeguata e omogenea diversificazione dei servizi su tutti i territori regionali, così da evitare che alcune tipologie di strutture o di interventi siano concentrati solo in una provincia, mentre le altre ne siano completamente sprovviste”.
“Ottima – ha poi definito sempre Fanti – l’opportunità che la legge offre in termini di stabilizzazione del personale degli uffici di piano, oggi spesso precari. Una stabilizzazione che equivale alla valorizzazione del loro importantissimo ruolo, dal momento che da essi dipende la qualità della programmazione e dell’attuazione degli interventi”.
Al confronto ha partecipato anche l’assessore alle politiche sociali della Provincia di Latina, Fabio Bianchi, che ha dichiarato la sua disponibilità a “lavorare sul testo della proposta regionale, perché è chiaro che ci sia bisogno di colmare quello che è ormai un vero e proprio vuoto normativo”. Ma, al contempo, Bianchi ha sottolineato il suo scetticismo nei confronti del modello dei consorzi Oasi, dichiarando che “si tratta di un ambito troppo vasto, che può risultare difficile da gestire, oltre a non assicurare un’adeguata lettura dei bisogni dei singoli territori che ne fanno parte”. A tal proposito, Bianchi ha richiesto un “maggiore coinvolgimento dell’ente provinciale per migliorare il testo della proposta regionale”. E ha sottolineato la necessità di “individuare e indicare, in maniera più precisa nella legge, luoghi e momenti di confronto con il mondo del volontariato e del terzo settore per quanto concerne la fase di programmazione degli interventi a livello regionale e locale”.

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