domenica 15 gennaio 2012

FALSI INCIDENTI STRADALI. RINVIO A GIUDIZIO A SANTA MARIA CAPUA A VETERE


TESTIMONIANZE su sinistri stradali inesistenti. Così per quaranta persone, tra cui

diversi residenti tra Minturno, Castelforte e Santi Cosma e Damiano, la Procura

della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nei giorni scorsi ha chiesto il

rinvio a giudizio. Un anno fa, a febbraio, l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore

Silvio Marco Guarriel-lo portò all’arresto di sei persone da parte dei Carabinieri della Stazione di Sessa Aurunca, quattro medici (tre dell’Asl di Caserta e uno dell’Asl di Formia) e due titolari di istituti di infortunistica stradale, accusati di associazione a

delinquere finalizzata alle truffe ai danni delle compagnie di assicurazione mediante

produzione di falsa documentazione, anche sanitaria, comprovante il verificarsi

di sinistri stradali mai accaduti. Oltre questi sei, i quaranta denunciati a piede

libero per falsa testimonianza. Secondo le indagini della Procura sarebbe stato accertato che molti sinistri, spacciati per stradali, erano invece avvenuti in casa oppure di entità molto minore rispetto a quella certificata.

In questo quadro sarebbero stati proprio i medici a produrre i certificati sanitari

falsi utili ad aggravare la prognosi oppure a certificare patologie fantasma con

un danno stimato alle assicurazioni di circa duecentomila euro per episodi avvenuti

tutti in provincia di Caserta. Appiattamenti, pedinamenti e riscontri di

polizia giudiziaria, perquisizioni, nonché perizie calligrafiche furono le tecniche

di indagine usate all’epoca dai militari operanti e che consentirono di pervenire

all’identificazione del sodalizio criminoso. Secondo l’inchiesta lo studio tecnico

di infortunistica stradale istruiva artificiosamente le pratiche di richiesta risarcimento

danni destinate alle compagnie assicurative mediante produzione di falsa documentazione; a tal fine venivano presi mirati contatti con soggetti disposti a

farsi risarcire danni non subiti in relazione a sinistri stradali talora completamente

inventati, in altri casi descritti con modalità diverse; venivano inoltre coinvolte persone non presenti che si prestavano a testimoniare il falso e acquisivano dichiarazioni cai ed altra documentazione necessaria. A questo punto entravano in

gioco i medici che, operando presso strutture sanitarie pubbliche, redigevano o semplicemente sottoscrivevano falsa documentazione sanitaria relativa a coloro a nome dei quali veniva formulata la richiesta di risarcimento alle compagnie assicurative. In tal modo gli associati stabilmente traevano in inganno le società assicurative circa l’e ff e tt iva  esistenza e consistenza dei danni di cui si chiedeva l’indennizzo, inducendole a versare indebite somme di denaro che venivano riscosse a mezzo procura dagli stessi titolari dell’agenzia o comunque in loro presenza. Tra gli altri si ricorda l’episodio relativo al medico di Formia che aveva denunciato alla compagnia di essere rimasto ferito in un incidente stradale e grazie alla certificazione falsa di un suo collega aveva chiesto il risarcimento dei danni all’agenzia. Peccato che nel giugno 2009 fosse stato fotografato a bordo di un ciclomotore proprio nei giorni in cui avrebbe dovuto indossare un tutore al braccio.

F.F. DA LATINA OGGI DEL 14.1.12

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