giovedì 26 gennaio 2012

SILVIO D'ARCO: BLOCCATI DALLA REGIONE I FONDI A TUTELA DELLA DIFESA DEL SUOLO



Uno dei temi cruciali posti nella conferenza stampa tenuta dal presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani, alla vigilia degli Stati Generali sul Turismo, ha riguardato la situazione dell’erosione delle spiagge e del dissesto idrogeologico del territorio laziale e in particolare del litorale pontino. Si tratta di una problematica fondamentale che non ha avuto, purtroppo, il giusto rilievo. Per questo vale la pena ricordare che all’indomani dei fatti luttuosi di Ventotene salutammo con soddisfazione la prontezza del ministro Prestigiacomo e della governatrice Polverini per aver sottoscritto l’importante Accordo di Programma Quadro sulla Difesa del Suolo, con il quale venivano stanziati 120 milioni di euro, di cui 60 a carico del Ministero dell’Ambiente e altri 60 a carico dalla Regione Lazio.



Tali finanziamenti erano destinati alle aree a rischio frane, esondazione o ai fenomeni erosivi delle spiagge.
In Provincia di Latina erano stati individuati diversi interventi urgenti che riguardavano in particolare le isole di Ponza e Ventotene, i costoni rocciosi del litorale di Minturno, i Comuni di Sperlonga, Fondi, Monte San Biagio, Terracina e diversi fossi e canali dei Consorzi di Bonifica sia di Fondi che di Latina.
Le somme destinate alla Provincia di Latina ammontavano a circa 20 milioni di euro.
La presidente Polverini promise a luglio 2010 la messa a gara dei lavori più urgenti entro l’autunno successivo per avviare progettazioni complesse e delicate, sulle quali bisognava coinvolgere le province, l’insieme degli enti locali e le professionalità tecniche e amministrative. Così però non è stato.
E’ prevalso l’egoismo e la volontà accentratrice della Regione Lazio, che invece di decentrare ai Comuni e alle province il lavoro di studio e progettazione ha voluto nominare un commissario straordinario, verso il quale sono poi confluiti tutti i poteri progettuali, operativi e gestionali.
Il risultato finale di tale operazione? La paralisi totale.
Infatti, a oggi, non è ancora partita nessuna opera, salvo qualche piccolo intervento di somma urgenza.
Tutto questo mentre sul nostro litorale avanzava l’erosione, Ventotene rimane tristemente ingabbiata dalle recinzioni poste nelle numerose aree a rischio frane, mentre i Consorzi di Bonifica non riescono più ad assicurare l’ordinaria pulizia e manutenzione dei fossi e canali della Piana di Fondi e della pianura pontina, con gravi danni all’ecosistema marino e alle imprese turistiche e balneari.
Questi dunque i risultati di una Regione Lazio accentratrice, chiusa in una torre d’avorio e sorda a ogni anelito democratico di cooperazione interistituzionale.
Insomma, una regione che pretende di gestire, da Roma, anche le feste religiose e le sagre paesane.
Gli impegni elettorali e programmatici erano ben altri, per questo come Amministrazione Provinciale siamo critici verso il governo regionale.
La simpatia o l’antipatia non c’entra nulla, né tantomeno c’entrano i protagonismi o le presunte ambizioni personali o di velleità politica del presidente della Provincia di Latina, che non può essere diventato all’improvviso un oppositore , magari di fede comunista.
Le forze politiche più avvedute del centro destra che governano la Regione Lazio non possono essere deviate dalle strumentalizzazioni politiche e dalla confusione mediatica, ma hanno il dovere di riflettere attentamente nel merito delle questioni poste dal presidente Cusani.
Si tratta di questioni drammaticamente serie, basate sui problemi concreti che attengono allo sviluppo economico e sociale del nostro territorio e delle nostre collettività comunali e provinciali.
Alla Regione Lazio, oggi più che mai, serve una svolta radicale, sia nel merito delle questioni aperte che nel metodo di governo.
Diversamente si rischia di scivolare verso la deriva sociale e l’inevitabile sconfitta politica.

Silvio D’Arco
(Assessore provinciale)

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