domenica 22 gennaio 2012

SILVIO D'ARCO: LE PASSERELLE SUGLI STATI GENERALI DEL TURISMO NON PORTANO BENEFICI, SERVE UNA SVOLTA RADICALE.

Silvio D’Arco: ”Le passerelle mediatiche non fanno turismo, serve una svolta radicale per rilanciare lo sviluppo turistico ed economico del territorio provinciale”. Dagli stati generali sul turismo non sono emerse strategie politiche -istituzionali degne di tale nome, né tantomeno si è evidenziato uno straccio di progetto organico e innovativo capace di guardare alle esigenze del sistema delle imprese turistiche e delle autonomie locali comunali e provinciali. Insomma, al di là delle polemiche artificiose abbiamo assistito soltanto a una inutile passerella mediatica che non aiuta alla comprensione dei gravi problemi e delle misure necessarie da mettere in campo per risollevare lo sviluppo del turismo su scala regionale, comunale e provinciale.




Tuttavia i rilievi critici e documentati mossi dal presidente Cusani hanno avuto il merito di smuovere le acque stagnanti in cui è rimasta avvolta la Regione Lazio dopo oltre 20 mesi di governo.
Speriamo che dopo le polemiche e il tanto auspicato confronto richiesto dalla governatrice Polverini si possa passare a un legittimo e doveroso dibattito che si sposti nettamente dalle invettive ai contenuti concreti, ripartendo dalle questioni reali proposte dal presidente della Provincia di Latina alla vigilia degli stati generali sul turismo.
I temi sollevati da Cusani non scaturiscono da motivazioni politico-ideologiche o da argomentazioni astratte, ma da ragioni profonde che stanno tarpando le ali sia alle imprese sia agli enti locali, le quali restano nonostante le penalizzazioni regionali, i principali punti di riferimento istituzionale per sostenere e favorire da vicino lo sviluppo turistico ed economico del territorio.
I rilievi, impietosi ma veri, posti dal presidente Cusani partono dalla constatazione dei comportamenti accentratori e di mancanza di ascolto da parte della Regione che si sono manifestati palesemente rispetto ai nuovi regolamenti e alle modifiche normative adottate in modo autarchico e senza alcuna concertazione, sia tra gli assessorati regionali competenti (turismo, ambiente e urbanistica sia con la province e i comuni laziali.
In particolare le improvvise decisioni assunte dalla Regione per la liquidazione dell’APT hanno creato nei territori provinciali disorientamenti e vuoti amministrativi incolmabili per le imprese turistiche e per i comuni.
Un vuoto che non potrà mai essere colmato dall’istituzione di una nuova e dispendiosa Agenzia Regionale ubicata Roma che, inevitabilmente, seguirà lo stesso destino fallimentare, finanziario e politico della disciolta Agenzia regionale (AT Lazio) istituita dalle precedenti giunte regionali.
Anche le nuove leggi regionali sui Campeggi e sul Made in Lazio si sono già infrante in sede di esame di legittimità da parte del Governo nazionale e saranno comunque di difficile applicazione poiché la prima non collimante con le attuali norme urbanistiche regionali e la seconda resterà senza alcuna efficacia attuativa rispetto ai principi stabiliti dalla direttiva europea vigente in materia.
Infatti, a tutt’oggi la legge sui campeggi, proprio per non aver ascoltato i consigli dei comuni e del presidente Cusani, non è riuscita sciogliere nessun nodo critico per le tante imprese che rimangono ancora chiuse, sul litorale di Fondi e Latina.
Inoltre la famosa Cabina di Regia regionale sull’Economia del Mare istituita nel luglio 2010 non ha mai operato né ha mai prodotto un progetto per aggredire organicamente i problemi dello sviluppo integrato della fascia costiera.
Nel frattempo si sono però aggravati tutti i fenomeni erosivi delle spiagge e dell’uso ottimane degli arenili e delle aree demaniali marittime, cristallizzate da vincoli e procedure amministrative regionali ormai divenute arcaiche e antieconomiche.
Il mancato aggiornamento del Piano regionale dei Porti (fermo al 1998) e l’assenza di riposte concrete da parte regionale in merito all’esigenza di una chiara disciplina tipologica concernente gli “approdi turistici” e i “punti di ormeggio” stanno strozzando qualsiasi possibilità di sviluppo delle attività nautiche e da diporto, che rischia di prolungare all’infinito anche i sequestri giudiziari dei pontili di Ponza e di Santa Anastasia a Fondi, con conseguente estensione degli stessi provvedimenti in altre realtà turistiche.
Infine, lo stesso piano triennale regionale per il turismo si è dimostrato alla prova dei fatti solo un elenco di buoni propositi, privo com’è delle necessarie risorse finanziarie.
A queste serie problematiche sollevate dal presidente Cusani, prima nelle sedi istituzionali competenti e poi pubblicamente, non si può rispondere con le polemiche politiche devianti o chiudendo le porte degli stati regionali sul turismo, perché denotano gravi comportamenti istituzionali di autosufficienza e di cattivo gusto.
Nonostante tutto noi siamo come sempre pronti al confronto politico-istituzionale, purché si parta dal rispetto dei ruoli e della pari dignità istituzionale, dai contenuti concreti e dagli impegni programmatici assunti con gli elettori e con tutti i cittadini del Lazio, in particolare con quelli della Provincia di Latina che hanno contribuito, più di altri, a far vincere la Polverini e il centro-destra regionale.
Diversamente continueremo a difendere, fino in fondo e senza alcun timore, gli interessi supremi delle nostre comunità.

Silvio D’Arco
ASSESSSORE PROVINCIALE ALLO SVILUPPO ECONOMICO

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