venerdì 24 febbraio 2012

OMICIDIO PANDOLFO: ANCORA OMBRE E DUBBI NELLE DINAMICHE DEI FATTI.


SE il caso da un lato sembra essere definitivamente risolto, con un colpevole che prima si è costituto e poi ha

confessato, nelle pieghe investigative sull’omicidio di Fiore Pandolfo, spunta qualcosa di nuovo che riporta

alla sera stessa in cui è avvenuta la tragedia.

E’ il giallo della pistola, dell’arma del delitto, una Glock calibro 40, detenuta regol a rm e nt e da Mirko Pascale. La pistola

avrebbe già sparato. Quando? E dove? Sono le domande ora che si pongono i carabinieri della Compagnia di Formia subito dopo che l’indagato lo ha riferito nel corso dell’interrogatorio di convalida davanti al gip.

E’ quello che emerge dalle indagini ed è quello che avrebbe riferito durante il faccia a faccia con il magistrato lo stesso indagato che ha parlato per settanta minuti, indicando anche il luogo.

A questo punto gli ulteriori accertamenti sono in mano agli uomini dell’Arma che hanno la pistola su cui saranno

eseguite delle analisi di natura biologica per trovare eventualmente altre impronte oltre a quelle di Pascale.

E’ questo l’ultimo risvolto dell’inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Daria Monsurrò, dove sembra essere

(quasi) tutto chiaro. Anche se c’è da sottolineare che il minore di 16 anni questo particolare non lo ha raccontato durante l’interrogatorio in caserma a Formia.

Pascale ha dichiarato sia nell’immediatezza dei fatti che successivamente davanti al magistrato di essere stato minacciato dalla vittima e ha presentato anche un referto medico, era finito infatti al Pronto Soccorso perchè colpito da una mazza

da baseball. Proprio nel corso dell’audizione davanti al giudice ha ricostruito cosa è avvenuto quella sera: a partire dall’incontro con Fiore Pandolfo che era alla guida della sua Audi A3.

Pascale ha racconto che la vittima gli ha prima lampeggiato e successivamente gli ha intimato di fermarsi e che lui in preda al panico e dominato dalla paura ha preso l’arma che aveva nel cruscotto. Accanto, sulla Fiat 500 condotta da Pascale,

oltre a lui c’era anche l’adolescente di 16 anni, che ha assistito   a l     d r a mma.

Pascale ha   s ca ri cato   il caricato re   e s u ccessivamente    è a n d a t o     a costituirsi  in   c a s e rma   a   Formi a.

Deve risp o n d ere d i   o m i c idio    volo n t ario,   la  d i f e s a r a p p r e s e n t a t a    d al l ’avvocato Pasquale

Cardillo Cupo, punta anche  su un aspetto che non sarebbe marginale per ridisegnare  il castello accusatorio: le minacce continue e uno stato  di stress psicologico che  ha spinto poi Pascale a uccidere in quel modo.





Da LATINA OGGI DEL 24.2.12

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