sabato 31 marzo 2012

CHIAZZE DI PETROLIO NEL GARIGLIANO


L’ALLARME è scattato quattro giorni fa in un tratto del fiume Garigliano che dista più o meno un chilometro dalle terme di Suio e dove è emersa una chiazza estesa

di idrocarburi, forse petrolio, più probabilmente il risultato del lavaggio di una cisterna per il trasporto o lo stoccaggio di benzina.

Quel che è più difficile è individuare la provenienza della fonte di inquinamento,

solo l’ultima di una lunga serie che sta mettendo a serio rischio quel tratto

del fiume e, in definitiva, lo stato complessivo della foce e del litorale limitrofo.

Alla vigilia della stagione balneare lo stato di salute del Garigliano preoccupa

non solo i Comuni costieri ma anche l’Arpa Lazio che ieri mattina ha eseguito

i nuovi prelievi all’a ltezza di Suio; seguono quelli già effettuati tre giorni fa dalla task force di cui fanno parte la capitaneria di Porto di Gaeta, la polizia provinciale e la asl. I risultati si avranno tra circa venti giorni ma secondo i tecnici la chiazza oleosa individuata da alcuni residenti è composta da idrocarburi. Nelle ultime ore si è

molto ristretta, però i timori restano. Su quanto riscontrato è stato presentato un primo resoconto alla Procura di Latina che cercherà di risalire alla fonte dell’inquinamento e poi agli autori.

Ma sul versante vicino indaga anche la Procura di Santa Maria Capua Vetere. Come si sa il fiume segna anche il confine tra le due Regioni e questo, fino ad oggi, ha reso più difficili sia le valutazioni dell’impatto ambientale delle fonti di inquinamento

che la individuazione delle responsabilità. Gli ultimi accertamenti portano allo sversamento di sostanze inquinanti su entrambe le sponde e non si esclude che

anche alcune industrie dell’area circostante possano aver usato il fiume come una sorta di «depuratore alternativo». La presenza di sostanze  q u a n t i t a t ivamente

e qualitativamente pericolose nel fiume potrebbe vanificare lo sforzo fatto in questi ultimi due anni per potenziare la depurazione nell’estremo lembo meridionale della provincia di Latina. Ed è il motivo per cui sia la Provincia che i Comuni di Castelforte, Minturno e Santi Cosma e Damiano hanno sollecitato più volte un’accelerazione nelle indagini volte a individuare i responsabili dell’inquinamento

e ad ottenere un risarcimento dei danni capace di cofinanziare gli interventi di bonifica e depurazione. Di notte le sponde del fiume diventano il primo punto utile e indisturbato per scaricare scarti di depurazione industriale. Lo confermano le analisi del 2011 che danno concentrazioni anomale nelle acque che arrivano alla foce. Ma emerge anche dai monitoraggi che si effettuano lungo la costa. L’Agenzia per

l’ambiente ha annunciato per la prossima settimana un nuovo sopralluogo

a Suio insieme agli uomini della capitaneria e della polizia provinciale. Potrebbe essere una corsa contro il tempo e contro altre forme di inquinamento.

La polizia provinciale dal canto suo ha d i s p o s t o u n maggiore controllo lungo le

sponde del fiume . N o n s i  esclude anche da parte della asl una possibile c o nt a m in a z io n e da parte di affluenti del fiume Volturno, che a sua volta fa registrare

un livello molto alto di inquinamento che hanno già modificato l’assetto dell’habitat del fiume. A questo scopo potrebbero  tornare utili le prove fotografiche e video raccolte nelle ore immediatamente successive alla segnalazione dell’ultima chiazza

di petrolio.
DA LATINA OGGI DEL 31.3.12

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