lunedì 20 agosto 2012

"NON SI RIESCE A COMPRENDERE L'ATTEGGIAMENTO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI LATINA: ANDARE A CASSINO è MENO ONEROSO RISPETTO A LATINA!




RADDOPPIO dei costi e triplicazione dei tempi. I conti
in tasca agli avvocati ed ai
loro clienti causati dal trasferimento delle competenze del
Tribunale di Gaeta verso
quelli di Cassino e di Latina
ha deciso di farli attraverso un
documento al vetriolo il libero comitato «Nessuno tocchi
il Tribunale» che con una nota
dell’avvocato Patrizia Menanno lanciano il loro attacco
al presidente dell’Ordine degli avvocati di Latina, l’avvo -
cato Malinconico ed al sindaco del Comune di Latina.
L’eliminazione della sezione di Gaeta con il trasferimento delle competenze su
Cassino costerebbe di certo
meno qualora nella malaugurata ipotesi si spingesse il ministero a reindirizzare la sede
su Latina. E poi per quale
motivo proprio Latina? Chiede l’avvocato co-fondatore
del movimento. «Il nostro appello è rivolto ai colleghi ed ai
professionisti ed alla gente
comune per ribadire con forza
la centralità del sud del Lazio.
Finora - spiega l’avvocato -
ogni tentativo di civile ribellione è stato smorzato, tanto
che mai richiesta di accorpamento a Cassino è stata formulata da Latina, neppure in
via subordinata, ma anzi, è
stato espressamente richiesto
che anche nella denegata ipotesi di soppressione, le due
sezioni distaccate di Terracina e Gaeta restassero nel circondario di Latina».
L’avvocato Patrizia Menanno ricorda inoltre come l’opi -
nione pubblica sia stata tenuta
«colpevolmente all’oscuro di
tutto, non facendo trapelare
l’infausto destino che attendeva i cittadini di Itri e San
Cosma, Gaeta, Ponza e Ventotene, piuttosto che Spigno
Saturnia o Minturno, avessero ancora inteso dare voce
alla loro domanda di giustizia».
Così l’esponente del comitato «Nessuno tocchi il Tribunale» ricorda come nel momento in cui alcuni avvocati
del sud pontino avevano iniziato a dare vita ad una raccolta di firme si sono visti
raggiungere da una «fredda
reprimenda da parte di Latina».
La Menanno esorta i suoi
colleghi del sud ed i cittadini
dei nove Comuni a ribellarsi
ed opporsi fermamente verso
quello che potrebbe essere -
qualora venisse accolto -
l’esito del ricorso incidentale
proposto alla Corte Costituzionale «sollecitata dal potere
centrale di latina alla Polverini, per peculiarissimi motivi
di “prestigio” del foro di Latina».
«Ritengo sia giunto il momento per le popolazioni del
sud pontino di mobilitarsi, di
dissentire con questa politica
egemonica e campanilistica,
corporativistica ed egocentrica della provincia. - scrive la
La Regione Lazio non può
rappresentare e non rappresenta solo Latina. E’ ora che
la colonia composta dai nove
Comuni annessi manifesti liberamente la volontà di recidere questo cordone ombelicale che non lascia spazio alla
crescita, ma che ci farà sempre restare nell’ombra come
periferiche appendici”

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