venerdì 31 agosto 2012

OMICIDIO PANDOLFO: FISSATA LA PERIZIA SULLA PISTOLA.








I FATTI:
E’ l’ultimo sabato prima di Carnevale e Fiore Pandolfo sta preparando
insieme al fratello Lucio e agli amici,
in un capannone di via Francesco
Baracca, uno dei carri allegorici per
la tradizionale sfilata del martedì.
Contemporaneamente Mirko Pascale si incontra con il suo amico sedicenne per bere una bibita. Intorno
alle dieci Mirko raggiunge il capannone dove sono al lavoro i fratelli
Pandolfo. Chiede di Lucio che però
si è appena allontanato per un caffè.
Mirko allora gira su se stesso e
riparte alla volta di Grunuovo dove i
Pandolfo risiedono. Padre di due
bambini, notata la scena, Fiore si fa
raccontare quanto accaduto e preoccupato per il fratello, sale sulla sua
Audi A3 seguendo la Fiat 500 di
Mirko. Una volta raggiunti, secondo
la testimonianza del 16enne che era
in auto con l’omicida, la Fiat 500 di
Pascale si sarebbe fermata perché
abbagliata dai fari dell’auto di Pandolfo che lo seguiva nel medesimo
senso di marcia. Sceso dall’Audi,
Pandolfo, avrebbe sferrato un calcio
alla Fiat 500 che sarebbe perciò ripartita immediatamente. Il tempo di
fare pochi metri e nuovamente Pandolfo avrebbe frenato proprio davanti
alla 500 costringendo così Pascale a
fermarsi. A quel punto l’omicidio. E
poi il rapido allontanamento dalla
scena del delitto verso l’abitazione
del sedicenne da dove poi Pascale si
fece accompagnare a costituirsi.
F. F.




LA pistola Glock calibro 40
con cui il 23enne di Suio
Mirko Pascale, il 18 febbraio, uccise il 30enne Fiore Pandolfo in via Vellota a
Santi Cosma e Damiano sarà sottoposta a perizia presso il centro scientifico dei
Carabinieri a Roma il prossimo 20 settembre. Un’in -
dagine apparentemente di
prassi ma che servirà agli
inquirenti per verificare la
storia dell’arma, tramite soprattutto l’analisi delle zigrinature interne, ovvero se
sia stata
u t il i z za t a
i n   a l t r i
eventi del i   t t   u o   s i
c om me ss i
negli ultimi anni.
Un particolare non
s e c on d ario quello
della storia della
pistola come peraltro sarebbe emerso
durante l’interrogatorio di
garanzia quando lo stesso
indagato, che si consegnò ai
Carabinieri di Formia poche ore dopo il delitto, davanti al Gip Guido Marcelli
avrebbe ammesso che l’ar -
ma quella sera aveva già
sparato seppure non impugnata da lui. Quando, da chi
e dove sono le domande alle
quali la perizia sulla pistola
potrebbe aiutare a trovare
una risposta. Aspirante vigilantes, da cui il regolare
possesso della licenza per il
porto d’armi, secondo la
ricostruzione effettuata da
un sedicenne presente al
momento del delitto e che
tuttora non risulta indagato,
Pascale deteneva l’ar ma
a ll ’interno del cruscotto
della sua Fiat 500. E da lì,
proprio di fronte al minorenne, l’avrebbe estratta
quando Pandolfo si sarebbe
avvicinato, a dire dell’omi -
cida in modo minaccioso,
alla portiera dell’auto. Proprio dall’interno dell’abita -
colo i primi colpi sparati
al l’indirizzo dell’au tot rasportatore sancosimese che
inizialmente avrebbe anche
provato a ripararsi con una
mano. Dodici i colpi esplosi
in rapida successione e andati a segno di cui tre rimasero nel corpo della vittima
attingendo alle parti vitali:
cervello, polmone, fegato.
Una rabbia fuori dal normale, ingiustificata, che l’omi -
cida spiegò essere dovuta
alle presunte minacce avvenute nei giorni precedenti
da parte della vittima, in
merito Pascale presentò anche un referto medico per
cui era finito al Pronto Soccorso perchè colpito da una
mazza da baseball, e dal
timore che anche il 30enne
fosse armato. Omicidio volontario aggravato dalla
premeditazione la tesi accusatoria della Procura di Latina, sostituto Daria Monsurrò, che nella vicenda,
invece, non ha scorto a carico dell’indagato alcuna
giustificazione. Ipotesi accusatoria a cui fino a ora,
peraltro, non si è opposta la
difesa, avvocato Pasquale
Cardillo Cupo, che nel marzo scorso ha rinunciato a
sostenere le proprie ragioni
di fronte al Tribunale del
Riesame attendendo l’evol -
versi delle indagini che ora,
dopo che sarà stato effettuato anche l’esame sulla pistola, saranno molto più vicine alla chiusura. Nel fratt e m p o ,   a s e i   m e s i
d al l’omicidio, il fratello
della vittima, Lucio, sta
onorando la memoria di
Fiore organizzando a Santi
Cosma e Damiano un torneo di calcetto. Un modo
per non dimenticare, aspettando sia fatta giustizia di
quella tragica notte di febbraio.
Francesco Furlan

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