mercoledì 3 ottobre 2012

SECONDO IL SENATORE FORTE LA CRIMINALITà HA MESSO LE MANI SUL TERRITORIO PER IL FENOMENO DEI "SOGGIORNI OBBLIGATI"






IL sindaco Forte: la città è
ostaggio dei soggiorni obbligati. «La vicenda degli arresti a Formia conferma la
mia tesi sui soggiorni obbligati. Purtroppo siamo
vittime di un sistema giudiziario che trasferisce
sul nostro territorio pezzi
di criminalità campana.
Queste cose ho avuto
modo di denunciarle in
ogni occasione pubblica.
Il territorio subisce scelte
calate dall’alto. Il clan
Ricci – padre e figlio –
sono stati mandati in
soggiorno obbligato fuori dalla Regione Campania da un giudice del tribunale di Napoli». La
norma vuole che la sede
di soggiorno non venga
indicata dal giudice che
adotta il provvedimento.
La scelta del luogo dove
soggiornare spetta al
soggetto sottoposto alle
misure cautelari fuori il
perimetro regionale
campano. «Ecco spiegato il motivo per cui ci
ritroviamo nella nostra città e
nel comprensorio decine di
personaggi malavitosi. Della
presenza di questo clan a via
Lavanga – distante 100 metri
dal Comune - sono stato informato all’indomani degli
arresti. Il fatto che un sindaco
non venga messo a conoscenza preventivamente da
parte dell’Autorità Giudiziaria e dalle forze dell’ordine
della presenza in loco di clan
camorristici rappresenta un
fatto molto grave dal punto di
vista istituzionale e della corretta gestione del territorio.
L’Associazione Caponnetto
invece di lanciare accuse
contro l’amministrazione comunale dovrebbe porsi il vero problema. Se un sindaco
non viene messo a conoscenza degli arrivi di pregiudicati
non potrà mai disporre di
strumenti precauzionali in
difesa dei cittadini. E’ inutile
pontificare e dare lezioni quando la realtà
viaggia su altri canali. Il
caso Ricci è una chiara
dimostrazione di ciò
che ho appena detto.
Una tesi che ho sempre
sostenuto ma che purtroppo viene ignorata
anche da Associazioni
che predicano la legalità senza andare poi nel
merito del problema».
Anche a Vindicio,
all’interno di una villa
sequestrata, dove sono
stati commessi abusi
archeologici, abitava
una persona sottoposta
agli arresti domiciliari
senza che il sindaco ne
fosse stato informato.
«E’ il sistema che non
funziona, sono le norme che vanno cambiate. Non è giusto far pagare un prezzo alto alla
comunità locale mettendo a rischio l’imma -
gine di una città che con il
crimine organizzato non ha
niente a che vedere. In questo
modo il contagio si ramifica
e colpisce il nostro territorio.
Tra i rifugiati in soggiorno
obbligato troviamo famiglie
storiche come i Moccia. Persone che da una vita hanno
scelto Formia, non solo per il
clima ma per la stretta vicinanza alle zone campane.
Questa è la realtà che un
sindaco si trova a fronteggiare con le mani legate, non
potendo disporre di alcun
provvedimento amministrativo e giudiziario.
In questa storia dei Ricci ci
sono anche le responsabilità
del proprietario dell’immo -
bile. Un soggetto che ha stipulato una locazione senza
aver effettuato le opportune
verifiche sulle persone che
metteva dentro. E’ ora di dire
basta ai soggiorni obbligati
ed ai proprietari che favoriscono l’insediamento di nuclei camorristici. Gli arresti
al clan Ricci - per fatti legati
a fenomeni di estorsione a
danno di commercianti nei
Quartieri Spagnoli - sono
partiti dal gip di Napoli su
ordine della Direzione Distrettuale Antimafia. Sono
queste le istituzioni deputate
ad assumere decisioni e prendere provvedimenti, un sindaco non ha alcun potere
decisionale a riguardo.
Mi auguro che le misure detentive chiudano una pagina,
non vorrei che dentro
quell’appartamento ritrovassimo a breve gli stessi personaggi».

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