giovedì 8 novembre 2012

A DIFESA DI "FORTE APACHE", DI UNA REALTA' SENZA FUTURO!





CHE avrebbero trovato il sistema per dare sfogo al proprio
malessere era chiaro a tutti, da
tempo. Si trattava soltanto di
capire come sarebbe successo.
E quando. Risposte arrivate
puntuali martedì mattina, quando in Provincia ha cominciato a
circolare una bozza di documento che presto avrebbe raccolto le firme di quasi tutti gli
esponenti del gruppo Pdl di via
Costa. E’ la lettera inviata dai
pidiellini della Provincia di Latina a Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, presidente e segretario nazionale del Pdl, perché
facciano propria in Parlamento
la battaglia che arriva da questo
territorio. E che racconta di una
maggioranza assolutamente
contraria al decreto legge sul
riordino delle Province che porterà gradualmente, a partire dal
prossimo gennaio, alla scomparsa, pardon, alla fusione del
territorio pontino con quello
ciociaro. «Non si cancellano
con un tratto di penna decenni di
storia e identità di un territorio»
è in buona sostanza il contenuto
di questo documento, e soprat
tempi una posizione all’interno
del gruppo che potremmo definire da «separato in casa». Ma
oltre alla sua, in calce al documento di protesta contro il taglio delle Province mancano
anche le firme dei consiglieri
Silvano Spagnoli e Vincenzino
Palumbo. Entrambi del gruppo
che fa capo al deputato romano
Fabio Rampelli, evidentemente
i due vorranno discutere la propria posizione con l’altro rampelliano doc del territorio pontino, il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi. Ma non è escluso
che già questa mattina, nel corso della riunione di gruppo in
programma alle 10.30 presso la
segreteria del Pdl di via Costa,
arriverà anche il loro sostegno a
questa iniziativa.
Chi però nel frattempo tenta
anche la via personale per salvare il salvabile è il vice di Armando Cusani, Salvatore De Monaco. Complice forse l’amicizia
che lega i due ex aennini, De
Monaco si è rivolto al senatore
Pdl dandogli del «tu». Ma l’as -
setto e i toni sono quelli da
guerra. Sentite.
«L’analisi sull’incostituziona -
lità e contrarietà alle vigenti
norme di legge all’indomani del
citato provvedimento (si parla
di quello che prevede, appunto,

tutto «non si applica senza averlo minimamente concordato
modi e tempi con i territorio
interessati». Se dal Pdl nazionale non si metteranno in atto alla
Camera e al Senatp procedure
tese a disinnescare la portata dei
provvedimenti già votati dal
Governo Monti, qui a Latina c’è
un mucchio di tessere Pdl pronte per tornare alla sede nazionale del partito di via dell’Umiltà.
Pronti a questo sacrifico travestito da gesto di protesta, sarebbero come detto quasi tutti i
consiglieri e tutti gli assessori
del gruppo pidielle di via Costa.
Il primo a firmare, manco a
dirlo, il presidente della Provincia Armando Cusani. Dopo di
lui hanno firmato i componenti
della sua giunta, dal vicepresidente Salvatore De Monaco agli
assessori Fabio Bianchi, Enrico
Tiero, Fabio Martellucci, Giuseppe Schiboni, Fulvia Frallicciardi e Domenico Capitani.
Dai banchi del Consiglio, invece, qualche assenza di troppo.
Come quella dell’ex sindaco di
Fondi Luigi Parisella. Il quale
pare abbia assunto negli ultimi
la soppressione di molte province e la cancellazione delle giunte a partire da gennaio prossimo, ndr) che ridimensiona l’as -
setto provinciale italiano -
scrive De Monaco - appaiono
ormai ridondanti e scontate, atteso che nemmeno le numerose
battaglie in itinere, condotte
nelle opportune sedi giudiziarie
sono valse ad arrestare la schizofrenia normativa del Governo
che con il ricorso alla decretazione d’urgenza ha avviato un
perverso meccanismo di abolizione delle istituzioni e poteri
della Repubblica Italiana, svilendo primo tra tutti il Parlamento della sua funzione e vocazione specifica legislativa». E
ancora. «Le Province cadute
sotto la scure dell’E secut ivo
hanno aperto la strada ai famosi
tagli dei costi della spesa pubblica imposti dall’Ue, eppure la
personale battaglia condotta dal
Ministro della funzione pubblica contro gli enti provinciali,
rischia di tradursi in una sterile
e più che mai inopportuna scelta
la cui unica conseguenza, è bene ribadire, non sarà certo la
quadratura dei conti pubblici,
come dallo stesso implicitamente asserito, ma unicamente
il sempre maggiore distacco ed
abbandono dell’amministrazio -
ne capillare dalle tematiche e
problematiche territoriali locali». In fondo, aggiunge il vice di
Armando Cusani, «i reali sprechi parlamentari e regionali, di
tutta evidenza nell’op i n i o n e
pubblica, non sono stati in alcun
modo arginati dall’attuale Governo che con il proprio contegno del tutto cieco ed ostinato
ha inteso riversare le altrui responsabilità sulle Province, ed
in particolare sulle sue Giunte».
Da qui l’invito a Gasparri perché, dal canto suo, si faccia
promotore di «una ferma e decisa presa presa di posizione sul punto».

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