IL
fenomeno dell’acqua torbida si allarga. Da ieri anche la
città
di Gaeta è stata interessata da questa problematica ed il
sindaco
Mitrano ha emesso
subito
l’ordinanza con la quale si vieta l’utilizzo dell'acqua
potabile.
Una vera e propria
emergenza
che sta mettendo
in
ginocchio l’intero sud pontino. Entrambi le sorgenti di
Capodacqua
e Mazzoccolo risultano «inquinate» e nelle case arriva il prezioso liquido di
colore
marrone.
Da
Gaeta fino a Spigno non
si
può utilizzare l’acqua per
bere
o per lavare le verdure.
Ma
anche farsi una doccia,
risulta
molto difficile.
Il
fenomeno non è nuovo,
visto
che ormai si ripresenta
ogni
volta che piove ed i cittadini sono stanchi di dover sopportare disagi, pur
pagando
bollette
salate. Bisogna acquistare acqua per bere, ma anche
per
lavarsi. Di autobotti in giro
per
le città se ne stanno vedendo poche. Ed è esplosa anche
questa
volta la rabbia dei cittadini.
Ieri
pomeriggio i pensionati,
nello
specifico la lega Spi Cgil
e
la Federconsumatori di Formia, hanno chiamato in causa
il
sindaco - in quanto responsabile della salute dei cittadini, e massimo
esponente di un
Comune
che ha il 51% della
partecipazione
societaria in
Acqualatina
- chiedendo un
incontro
urgente «per valutare
possibili
risarcimenti economici verso i cittadini per la
mancata
erogazione di un servizio effettivamente efficiente
ed
efficace».
«Sono
ormai anni che in più
occasioni,
sia per la pioggia,
che
per guasti all'impianto
idrico,
i cittadini sono costretti
a
non poter utilizzare per tantissimi giorni dell'anno il servizio idrico
pubblico, per il
quale,
peraltro, pagano un pesante canone - hanno spiegato
la
sigla sindacale e l’organi -
smo
di tutela dei consumatori
-.
Il disservizio, che si sta
concretizzando
anche in questi giorni, ha un pesantissimo
costo,
non solo economico,
dovendo
i cittadini approvvigionarsi di acqua imbottigliata
ma
anche un costo sociale, in
particolare
per la popolazione
anziana,
che ha grandi problemi per il trasporto dei contenitori di acqua dai negozi
alle
proprie
abitazioni».
L’altra
denuncia ha riguardato la scarsa comunicazione sul
problema
idrico da parte di
Acqualatina.
«Si deve constatare anche, che l'ordinanza comunale non si fa carico di
alcun
impegno per favorire l'erogazione a domicilio di acqua potabile, a favore della
cittadinanza
anziana o con
particolari
disagi».
Sui
disagi che si stanno registrando è intervenuto anche il
movimento
«Centro democratico-diritti e libertà», che auspica l’immediata fuoriuscita
di
Formia dalla società Acqualatina. «La storia è sempre
la
stessa: i cittadini pagano, ed
anche
troppo, e in cambio non
ricevono
mai un servizio altrettanto adeguato. Ma l’acqua
non
è un diritto? O è solo un
dovere
pagarla? Perché abbiamo ancora un impianto idrico
così
carente?», sono gli interrogativi che si pone. Domande
che
attendono una risposta
dall’amministrazione
comunale e dalla società che gestisce il servizio idrico.
DA
LATINA OGGI DEL 9.3.13
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