sabato 11 maggio 2013

SENTENZA NEL PROCESSO PER RICICLAGGIO: PROSCIOLTO IL DIRETTORE DELLA BANCA E CONDANNATO A QUATTRO ANNI L'AMMINISTRATORE DELLA SOCIETà! SECONDO L'ACCUSA IL DANARO PROVENIVA DA UNA TRUFFA MILIARDARIA AI DANNI DELLO STATO!






DOVEVANO rispondere dell’ac -
cusa di riciclaggio di denaro sporco, proveniente da una truffa miliardaria ai danni dello Stato. Due
gli imputati: il direttore della filiale di Formia della Banca di
Roma, Arturo Purificato 49 anni
di Formia, difeso dall’ av vo c a t o
Massimo Signore, ed Enrico Rosato 76 anni di Santi Cosma e
Damiano, amministratore di una
società, difeso dall’avvocato Alfredo d’Onofrio. Ieri la conclusione del processo davanti al tribunale di Latina con la richiesta
da parte della pubblica accusa,
sostenuta dal pm Gianmaria, a
nove anni condanna e 6 mila euro
di multa. Il collegio composto dal
giudice Lucia Aielli e Cavaceppi
e Giannantonio a latere, hanno
invece assolto il direttore di Banca per non vere commesso il fatto
mentre hanno condannato a 4
anni e 6mila euro di multa il
Rosato. I fatti vennero accertati
nel 1999, ma la vicenda parte da
ancora prima con truffa perpetrata in Sicilia da un gruppo di
persone indagate per per delinquere. Secondo gli inquirenti
prendevano dei finanziamenti a
fondo perduto dallo Stato italiano
per realizzare manufatti ma che in
realtà quanto previsto dai progetti
non veniva mai costruito. Quindi
progetti fittizi di sviluppo economico del mezzogiorno con il solo
scopo di ottenere denaro dallo
Stato.
Le somme venivano incassate
dalla «Industrie bevande rio Sicilia srl» su conti correnti siciliani
e poi bonificate sul conto corrente
sempre della società alla filiale
Banca di Roma di Formia. E qui
entrava in scena Purificato che era
il consulente business dell'epoca
della Banca di Roma di Formia e
che quindi si occupava di tutte le
società clienti della Banca, viene
sostanzialmente contestato di
aver trasferito e /o sostituito la
somma di oltre un miliardo consentendo alla IBRS, in persona
del legale rappresentate Romano
Pasquale di aver prelevato con
assegno la somma di un miliardo
e di averla poi versata in contanti
sul suo conto corrente personale.
Dall'istruttoria è emerso «prima
di tutto che l'operazione in realtà
è stata cartolare - ha spiegato
l’avvocato Signore - nel senso
che non vi è stato il prelevamento
materiale dei soldi ed il successivo versamento in contante degli
stessi, ma è stata una semplice
operazione cartolare che in effetti
ha lasciato sempre i soldi nella
stessa filiale trasferendoli semplicemente da un conto ad un altro».
La difesa ha spiegato ancora che
già all'epoca le banche conformemente ad alcune direttive comunitarie avevano dei sistemi automatici di rilevazione automatica
delle operazioni sospette (GIANOS) e che proprio quei sistemi
non avevano individuato l'operazione come sospetta.
In ultimo «la competenza prevista
per legge per la eventuale segnalazione delle operazioni sospette
all'interno della filiale è del direttore della filiale in primis e poi del
capo operativo e successivamente
ancora del cassiere che effettua
l'operazione: il Purificato era consulente business e non aveva alcuna competenza a tal fine. Riciclare significa scambiare denaro
sporco con denaro pulito: la condotta del Purificato non ha minimamente avuto una conseguenza
del genere».
DA LATINA OGGI DEL 11.5.13

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