martedì 18 giugno 2013

INCIDENTE DI VIA PORTO GALEO: DOPO IL DOLORE LA RABBIA PER LA CELLA FRIGORIFERA DELL'OBITORIO NON FUNZIONANTE! UNA FORMIA CHE DIVENTA PROTAGONISTA IN NEGATIVO DELLA CRONACA NAZIONALE NEGLI ULTIMI GIORNI CI DEVE INDURRE A RIFLETTERE. NON INVOCHIAMO DIBATTITI SUL SENSO DELLA VITA O SUL RISPETTO DELLA MORTE E DEL DOLORE DI CHI SOPRAVVIVE ALLA MORTE. BASTEREBBE SOLO RIFLETTERE SU CHE FINE ABBIA FATTO IL RISPETTO PER L'UOMO!







LA DENUNCIA contro ignoti è
scattata ieri mattina, depositata
al commissariato di polizia di
Formia, da parte dei parenti di
Domenico Fiorino, il pensionato
61enne di Santi Cosma e Damiano che ha perso la vita a seguito
di un tragico incidente stradale
avvenuto all’alba di sabato scorso quando, a bordo del suo trattore diretto in
campagna, è
stato tamponato
da un'auto. Ma
se per la vittima
la tragedia è finita in quei
drammatici momenti, per i familiari è proseguita fino a ieri
quando hanno
fatto la triste
scoperta. Giunti
al cimitero di
Formia, dove la
salma del proprio congiunto è
deposta, in attesa di un perizia del medico legale
disposta dall'autorità giudiziaria, sono stati avvisati dai dipendenti cimiteriali che la sala frigorifera per la conservazione del
corpo in realtà è rotta e non può
quindi fornire la regolare attività
di refrigerazione, favorendo così
una più rapida putrefazione del
cadavere. Una situazione, secondo quanto riferito dagli stessi
familiari, che non sarebbe sorta
solo recentemente ma che farebbe invece emergere lo stato di
rottura consolidato degli impianti di refrigerazione. Ma di
chi sono le responsabilità? Sempre secondo i parenti della vittima, il custode avrebbe riferito
che della situazione sarebbe stata messa a conoscenza l'agenzia
di pompe funebri Circio di Castelforte, che si sta occupando di
tutta la trafila funeraria del 61enne deceduto. Allo stesso tempo i
familiari di Fiorino riferiscono
che la ditta funebre non avrebbe
confermato quanto sostenuto dai
custodi. Come se si stesse mettendo in atto il più classico dei
cosiddetti scaricabarile, di responsabilità. Sta di fatto che proprio grazie alla denuncia, come
peraltro suggerito di fare dagli
uffici della Procura di Latina,
sarà ora la stessa procura a dover
individuare le eventuali responsabilità su quanto accaduto. Anche perché solo ieri nel primo
pomeriggio la salma è stata trasferita presso la camera mortuaria dell'ospedale Dono Svizzero
per essere meglio conservata in
attesa dell'esame legale. Esame
che potrebbe a questo punto anche essere condizionato dalle
pessime condizioni di mantenimento del corpo, specie a causa
del caldo di questi giorni. «Me lo
hanno ammazzato una seconda
volta - ha affermato uno dei fratelli di Domenico Fiorino, giunto da Genova
per assistere il
congiunto fino
alla sepoltura -,
ma qualcuno
dovrà pagare
per quanto accaduto. Solo ora
infatti capiamo
che il non funzionamento delle celle mortuarie è una situazione in essere
da tempo, della
quale si era tutti
a conoscenza.
Persino sabato
quando siamo
venuti per visitare mio fratello
non ci hanno
fatti entrare e
senza nemmeno
avvisarci di
quanto stava avvenendo e ora
capiamo il perché. Se ne sono ricordati solo di
lunedì mattina, impedendoci di
fatto di porre rimedio a quanto
stava avvenendo».

DA LATINA OGGI DEL 18.6.13

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